Anpooc dal momento della sua costituzione si è posta una serie di obiettivi da discutere e portare avanti per fare chiarezza e dare risposte a svariati argomenti ancora non ben chiariti. Le iniezioni intravitreali rappresentano la terapia per molte patologie maculari e sono quasi venti anni che ormai vengono regolarmente effettuate. Però ancora oggi non ci sono norme e procedure univoche che ci dicano dove fare le iniezioni, cioè in quale setting chirurgico ci sia la maggiore sicurezza, quale farmaco utilizzare, quale discrezionabilità abbia l’oculista senza incorrere in problematiche di natura medico-legale.
Abbiamo mandato un questionario a tutti i centri iscritti e qui di seguito vediamo le risposte dei 54 centri che hanno aderito.
Attualmente abbiamo a diposizione 5 farmaci intravitreali. Il bevacizumab (Avastin), il ranibizumab (Lucentis), l’aflibercept (Eylea), il brolucizumab (Beovu) e infine il faricimab (Vabysmo), quest’ultimo ancora non rimborsabile dal SSN ed escluso dalla ns survey.
Ancora oggi discutiamo su farmaci onlabel e offlabel, dopo che per anni si sono succedute indicazioni e poi smentite, liberalizzazioni dell’Avastin con successivi passi indietro. Ricordiamo la legge 648 del 23-12-96 che definiva regole soprattutto di tipo economico. I farmaci off label potevano essere erogati a totale carico del SSN: se non esiste valida alternativa, se inseriti in un apposito elenco previo parere del cuf (dal 24-12-2003 AIFA) e previo apposito consenso informato.
Subito dopo sulla scia della cosiddetta legge diBella (94/98) si precisava che si potevano usare farmaci a carico del SSN solo in pazienti ricoverati in struttura pubblica o privata accreditata con tariffa di ricovero comprensiva del costo del farmaco, farmaci anche al di fuori dell’elenco cuf:
- in presenza di adeguata evidenza scientifica
- in assenza di valide alternative
- sotto diretta responsabilità del medico
- in singoli casi
- previa acquisizione di consenso informato
Come dicevamo nei successivi 25 anni si è tentato di fare chiarezza ma tutti i decreti e le deliberazioni non davano risposte chiare, anche perché il bevacizumab rimane ancora oggi un farmaco offlabel nelle terapie intravitreali, anche se viene suggerito e direi indicato quale terapia da preferire essendo la meno costosa.